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Il Piper club ha compiuto 50 anni

di Luisa Belardinelli –

Sono passati pochi giorni dai festeggiamenti per i 50 anni del Piper, 17 febbraio 1965 – 17 febbraio 2015. Grazie al sostegno della RAI, Mediapartner della celebrazione, sono state proiettate le immagini del locale dagli anni sessanta a oggi, regalando così al pubblico il racconto di una “Storia italiana e lo spaccato del bel paese negli ultimi cinque decenni“. “Siamo onorati di aver avuto l’adesione della RAI” hanno dichiarato i fratelli Bornigia, figli del fondatore Giancarlo Bornigia e attuali gestori del locale. “La strada percorsa insieme è stata lunga e la Radio Televisione Italiana l’ha testimoniata fin dall’inizio condividendo artisti e raccontando agli italiani che cosa succedeva in quelle quattro mura sotterranee dove sono passati da David Bowie ai Pink Floyd, da Patty Pravo a Renato Zero”.

Mezzo secolo di musica, spettacolo, scandali e provocazioni. Tutto questo è il Piper, storico locale di Roma in via Tagliamento, tra il Quartiere Trieste e il Coppedè. Uno spoglio e grigio scantinato che prima di diventare icona per la musica e per il costume italiano era un cinema con tutti i suoi problemi di agibilità.

I tre soci fondatori Giancarlo Bornigia (zio born per i ‘piperini’), Alberigo Crocetta e Pucci Tornielli  percepirono le potenzialità di quel luogo, cambiandogli completamente la connotazione e facendolo divenire un night club sopra le righe, un luogo glamour dove arte, musica e trasgressione erano i motori portanti.  Tra le opere di artisti come Andy Warhol, Piero Manzoni, Mario Schifano e Mario Cintoli, si ballava tutta la notte e si sperimentavano nuove tendenze sonore e musicali.

In origine il nome del locale sarebbe dovuto essere Peppermint; leggendo però il quotidiano Il Messaggero, Bornigia scoprì che un locale con quello stesso nome aveva appena aperto a New York. Così, per distinguersi, venne chiamato Piper.

Tutta la beat generation si riuniva al Piper, aggiornatissimo locale riguardo le nuove tendenze musicali straniere. Ospiti del mondo del cinema e artistico spesso presenti al Piper tra gli anni ‘60/’70 come: Vittorio Gassman, Franco Zeffirelli, Anna Magnani, Alberto Bevilacqua e  Rudolf Nureyev. Della musica: i Rokes, l’Equipe 84, Mal e i Primitives, Mike Liddel e gli Atomi, i Jaguars, gli Uragani, Riki Maiocchi e i Generali, i Satelliti, Le Orme, i Delfini, i Rokketti, Rocky Roberts con i suoi Airedales, il gruppo di casa, The Pipers, The Others e Pataxo, i Four Kents, Thane Russal con i suoi Three. Vi suonarono in concerto i Pink Floyd, i Procol Harum, i Genesis, Jimi Hendrix, David Bowie, i Byrds, Sly and the Family Stone e i Nirvana, e nel mondo del jazz Duke Ellington e Lionel Hampton.

Un locale che fece scalpore e che lanciò il grande Renato Zero, allora ballerino nello show serale di Rita Pavone e “la ragazza del Piper”, la meravigliosa Nicoletta Strambelli, in arte Patty Pravo. Notata da uno dei fondatori del locale, Alberto Crocetta, il quale si rese subito conto del talento di quella giovane bionda irriverente.

Sempre sulla cresta dell’onda e a pari passo con le nuove tendenze, negli anni ’80 il Piper divenne una vera e propria discoteca. Ormai la nuova tendenza era la musica house e il rap. Ospiti illustri erano esordienti dj oggi molto noti, come Peter e Paul Micioni, Corrado Rizza, Stefano De Nicola, Marco Trani, Jovanotti , Coccoluto, Fragetta, Linus e Albertino.

Dal 2006 si è tornati di nuovo alla musica dal vivo e alla voglia di far rivivere gli ormai lontani e sicuramente rimpianti anni ‘60/’70.

Sono sicura che oggi, almeno per una sera, respirare l’ambiente eclettico del Piper possa ridonarci quella spensieratezza di cui abbiamo davvero urgente bisogno. Auguri allora alla creatività!

 

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Luisa Belardinelli

Luisa Belardinelli

Giornalista