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Forte partecipazione alla presentazione del libro di Angelo Silvestri e Dante Taddia: “Capo Portiere. L’aereo riemerso dal mare”

Momenti della presentazione del libro

A cura di Cora Craus –

La presentazione del libro “Capo Portiere. L’aereo riemerso dal mare” di Angelo Silvestri e Dante Taddia (ed. Pulp- pag. 248 – € 20) dal lungo sottotitolo alla Lina Wertmuller: “La costa pontina custode di un’avventurosa storia di guerra, risorta dal mare e continuata sulla terra” è stata ricca, avvolgente piena di ammirazione per i vari e qualificati partecipanti.

 Il nostro riferimento all’amatissima regista è tutt’altro che casuale perchè la definizione che uno degli autori, Dante Taddia, ha voluto dare del libro è stato: “Vi presentiamo un “libro-film” il cui trailer è il lungo sottotitolo”. In effetti il libro nella seconda parte si presenta con lo stile di una sceneggiatura. E, già solo questo suscita un’avida curiosità di leggerlo. La presentazione dinamica, precisa, piena di riferimenti e aneddoti, ha lanciato input, risvegliato aspettative, interesse. Ovviamente il primo impatto con un libro è la copertina. E, la foto di copertina del libro è una gentile concessione del museo Piana delle Orme. La fotografia è stata realizzata dalla direttrice del museo Alda Dalzini.

Un salone del Circolo Cittadino “Sante Palumbo” così affollato da un pubblico attento, emotivamente partecipativo sarà davvero una gioia ricordarlo con il famoso: “io c’ero”.

In attesa di leggere il libro condivido con voi la quarta di copertina:

 “La mattina del 31 gennaio 1944 un guasto meccanico al motore, e il tenente pilota americano Michael Mauritz, in volo con l’aereo Curtiss P-40 Skipper verso Anzio, è costretto a un ammaraggio di fronte a Capo Portiere nei pressi di Littoria, ora Latina. Fatto prigioniero dai tedeschi, evade dal campo di concentramento di Laterina, nei pressi di Arezzo, e con una lunga marcia piena di avventure attraversa monti, valli, fiumi e torrenti di Toscana, Umbria, Marche e Abruzzo; ha conosciuto fame, freddo, paura di essere ripreso dai tedeschi e fucilato, ma ha ricevuto tanto calore umano da sconosciuti che non gli hanno lesinato un riparo, cibo, aiuto e conforto. Dopo cinque mesi riesce finalmente a raggiungere i compagni del suo reparto a Foggia. Tutto questo non lo avremmo mai saputo se Angelo Silvestri, recuperando a gennaio 1998 dal fondo del mare il Curtiss P-40 Skipper e la targhetta identificatrice dell’aereo non avesse poi incontrato quel pilota per farsi raccontare la sua avventura”.

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Cora Craus

Cora Craus

Giornalista