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Consultorio diocesano sulla fertilità; Isotton e Serra: “Affrontare il problema in maniera seria, anche con la politica”.

Il Consultorio diocesano esiste dal 2003 e già da allora i medici e gli esperti si confrontano ogni giorno con il tema specifico della fertilità. “A noi sta a cuore promuovere il benessere integrale della persona – dice il Presidente Vincenzo Serra –  Un obiettivo che viene perseguito, tra l’altro, stimolando lo sviluppo di criteri per una procreazione responsabile. Parlare della fertilità significa parlare di un aspetto della salute davvero così significativo ed essenziale per la persona in quanto tale. Ecco perché riteniamo sia giusto che l’intera comunità prenda coscienza di questo fattore. Dal punto di vista scientifico penso ci sia ormai poco da discutere, c’è una generale concordanza sulle cause di problemi di fertilità».

Anche la dottoressa Loretta Isotton, ginecologa e per anni responsabile medico del Consultorio diocesano,  è d’accordo: «Forse non tutti sanno che il periodo che presenta il miglior gradiente di fertilità per la specie umana è quello che va dai 20 ai 30 anni d’età, ma rimane ancora buona fino ai 35, dopodiché comincia a slittare al 50% fino ai 40 anni e sfumare drasticamente dopo i 42-45 anni. Tanto è vero che nel pubblico non si accettano coppie per fecondazione assistita se la donna ha già compiuto i 42 anni, proprio per la drastica riduzione del quoziente fertilità e quindi per la bassa percentuale di successo. È necessario, poi, aprire anche un altro filone sugli stili di vita, a partire dall’alimentazione e dall’attività fisica, che influiscono non poco sulla fertilità dell’uomo e della donna».

Ribadisco la necessità di affrontare in modo serio il tema della natalità – continua Serra – Noi mettiamo a disposizione del territorio i nostri servizi, da sempre offerti gratuitamente in tema di genitorialità responsabile. Questo è il nostro contributo concreto e fattivo. Allo stesso tempo, assicuriamo la massima collaborazione e dialogo alle istituzioni pubbliche del nostro territorio per affrontare insieme questi argomenti e renderli operativi a favore delle persone. In particolare, alla comunità politica chiediamo di essere ascoltati, di poter dare il nostro contributo affinché siano individuate tutte quelle forme possibili e sostenibili di sostegno alla maternità e paternità, a partire proprio dai piani per la tutela della salute della persona”.

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