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Auguri, inutile parola di chi prende le distanze. Latina, hai bisogno di ben altro

di Alga Madìa –

Da sempre l’uomo ha temuto il futuro, e allora attraverso mille sotterfugi, usanze e scaramanzie cerca di immaginarlo più roseo possibile. Gli auguri, quelli che leggo oggi, in occasione del compleanno di Latina, non hanno più senso, non servono più. Veramente.

Facile dire auguri, chi non le (si) augurerebbe che diventi improvvisamente più accogliente, ordinata, con servizi efficienti, con un’isola pedonale esteticamente perfetta, un pianoforte ad un angolo della strada, una violinista ad un altro, caffè con sedie e tavoli accoglienti che non tollerino quella plastica bianca graffiata dall’usura che disturba gli occhi anche quelli dell’avventore meno attento?

Io che sono fra quelli sopra descritti ho visto invece la mia città perdersi giorno per giorno. Non aver più cura di sé stessa, lasciarsi andare, come una donna provata dalla vita che non si mette più il rossetto, peggio, evita di guardarsi nello specchio.

Questa è la mia città, la città in cui tutti  i giorni lavoro, incontro gente, prendo un caffè, vivo mentre la vedo ridotta, esclusivamente per colpevole incuria, ai minimi termini, ad avere tutto inagibile, il Teatro comunale (che poi sono 3 teatri!), uno Stadio inadeguato come pure il suo Palazzetto dello sport. La vergogna e il fastidio di camminare nelle sue principali piazze perché sotto i piedi la pavimentazione è traballante, l’erba incolta, i fiorellini inesistenti, carte e rifiuti d’ogni genere annullano qualunque piacere a guardarla. Una città sciatta frutto e conseguenza di amministrazioni che negli anni si sono succedute e che hanno permesso a una giovane città di crescere senza le cure minime e noi qui a augurare a Latina chissà cosa. Avevano una penna e un foglio bianco in mano e ci hanno scarabocchiato sopra.

Gli auguri non servono più, serve che ci si alzi, ciascuno dalla propria sedia, e che si cominci a fare qualcosa di concreto. Basta chiacchiere, chi ha sbagliato abbia la compiacenza di farsi da parte, di lasciare spazio a chi ci tiene ancora a questa Latina ormai non più così giovane, ma certamente deturpata profondamente.

L’augurio è solo questo: che chi ha sbagliato lasci provare ad altri a fare di meglio. Non sarà difficile, basterà amarla davvero e abbandonare stupidi e inutili auguri che le cose si risolvano con chissà quale bacchetta magica. Convinta come sono che l’amore è ciò che si dimostra, non ciò che si dice.

Latina mia cara, puoi fare ancora qualcosa per rialzarti, inizia a usare bene quella matita nell’urna. Togli la benda, è l’unica possibilità che ti rimane.

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