ED Attualità

100 prodotti laziali all’ EXPO 2015 di Milano

di Luisa Belardinelli –

All’interno del padiglione Italia l’eccellenza gastronomica del Lazio.
“Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. 140 Paesi partecipanti e oltre 20 milioni di visitatori attesi da tutto il mondo, dal 1 maggio al 31 ottobre 2015 a Milano.
Uno stand da 140 metri quadri, l’unico, insieme a quello lombardo a rimanere fisso per tutta la manifestazione. Un prezioso spazio all’interno dell’ Expo di Milano dedicato alla nostra Regione, il quale ha come obiettivo quello di esaltare le eccellenze del territorio sotto tutti i punti di vista: storico, culturale, enogastronomico e naturalistico.
Importante sarà promuovere l’ imprenditorialità innovativa e creativa, la ristorazione e il mondo dei servizi che vi gira intorno. Il tutto attraverso un Bando di gara da 500 mila euro per finanziare il progetto integrato. 1,5 milioni di euro invece serviranno per creare un vero è proprio “cartellone di Eventi” a Roma e in tutto il Lazio, coerenti con il tema Expo. Soldi, tanti soldi ma forse stavolta, visto anche i recenti scandali e visto il duro lavoro per ricostruire una certa credibilità, potrebbero essere realmente impiegati per sostenere le imprese, gli enti locali, il mondo delle associazioni, l’università e la ricerca anche nella nostra regione.

Ma veniamo al sodo; con grande orgoglio leggo nei comunicati che a Milano saranno 100 i prodotti laziali che faranno leccare i baffi anche ai più sofisticati: 26 tipologie di vini, 14 carni e salumi, 26 legumi, ortaggi e frutta, 10 formaggi, 8 prodotti da forno e dolciari, 4 oli e 12 altri prodotti. Dal carciofo romanesco, il pane di Genzano e il guanciale di Amatrice, all’abbacchio e alle zucchine romanesche in fiore. Ampio spazio poi a noi, al sud del Lazio con prodotti ancora oggi poco conosciuti: fagioli, piselli, il peperone di Pontecorvo, la ciambella di Morolo, l’aglio rosso di Proceno e molti altri prodotti legati al mare.
Obiettivo, che per molte piccole aziende del basso Lazio e non solo, potrebbe essere un ottimo trampolino di lancio, è quello di “accrescere il loro posizionamento internazionale, per sviluppare nuovi contatti e per aumentare la consapevolezza dei cittadini della propria identità enogastronomica. Il progetto prevede l’individuazione dell’identità culturale alimentare, la mappatura dei prodotti e dei produttori e l’integrazione con i luoghi e gli itinerari. I 100 prodotti hanno una rappresentatività dell’intero territorio regionale e sono stati selezionati in base a criteri quali l’originalità, l’eccellenza gustativa, i legami con il territorio, la capacità di attrazione e la coerenza con la proposta culturale del progetto”.
E allora non ci resta, posate alla mano, che aspettare il 2 maggio, giorno di apertura al pubblico, e di assaporare i nostri amati prodotti, sostenendo così il tessuto imprenditoriale locale attraverso l’enogastronomia e tutto il mondo che riesce a coinvolgere: servizi, cultura, turismo, ricerca.

Nel frattempo continuiamo a mangiare “nostrano”!

Previous post

Priverno, la magica spiritualità dell’Abbazia di Fossanova.

Next post

Smartphone, rischio e passione.

Luisa Belardinelli

Luisa Belardinelli

Giornalista